domenica 15 agosto 2010

ultimi giorni

Questo è sicuramente il post più difficile da scrivere, perchè non lo voglio scrivere.
È l'ultimo, ultimo in riferimento alla mia avventura in argentina.
Sono atterrata venerdì mattina, dopo mille ore di volo, scomodissime, angoscianti, con insetti nel cibo. A madrid, come all'andata, sono atterrata alla parte completamente opposta a dove sarei dovuta reimbarcarmi, così ho dovuto di nuovo correre alla velocità della luce per recuperare il ritardo che aveva accumulato l'aereo che era partito da buenos aires.
Passo indietro.Durante l'ultima settimana di permanenza in argentina mi sono concessa una vacanza. Sono partita il 4 agosto da posadas, ho raccattato tutto di corsa, impacchettato le mie cose alla rinfusa, fatto finta di dover tornare il giorno dopo, quindi praticamente non ho salutato nessuno e se ho salutato l'ho fatto di corsa, senza darmi il tempo di intristirmi. Pensavo, e invece quando il crucero del norte ha fatto retromarcia per partire sono scoppiata in lacrime, salutando emilio ed enrico che mi hanno accompagnata in stazione. Mi aspettava una bella settimana di gite, ma non m'interessava in quel momento, mi dispiaceva tantissimo lasciare posadas e il barrio e l'ufficio microcredito, dove pagherei io per poterci lavorare.
Il viaggio da posadas a cordoba è stato un'agonia, quei 30 pesos di differenza tra il semi cama e il coche cama servono solo perchè durante il viaggio servono champagne e wisky, che avrei bevuto volentieri, se non ci fossero stati -20 gradi dentro al bus. Durante il viaggio ho dormito malissimo, e il perchè l'ho scoperto solo alla mattina, quando mi sono ritrovata a fare i disegnini sul ghiaccio del finestrino (sì, ghiaccio per dentro). Mi sono svegliata completamente bloccata sul versante destro, una meraviglia.
In compenso cordoba è una città davvero bella, più interessante di posadas e meno incasinata di buenos aires (anche perchè è grande lametà). L'ostello dove sono stata era proprio figo. (http://www.baluchbackpackers.com/).Ma che cazzo dico, non sono mai stata in ostello, non so dire se sia il più figo di tutti, ma io mi ci son trovata proprio bene: letti comodi, piumoni, bagni puliti, cucina grande, terrazza yeah, gente da ogni parte del mondo e soprattutto una azzeccatissima rima con bordello.
Il 98% dei packbackers è inglese o americana, quindi, indovinate un po'?non parla una parola di spagnolo, e in poche parole mi son dovuta spremere le meningi con un cacciavite per riuscire a comunicare con questa gente, e il più delle volte mi ritrovavo senza rendermi conto a rispondere con un terrificante itaspanglish di scarsa efficacia. Ma non importa! Il primo giorno ho gironzolato per la città, desiderando ardentemente una sedia a rotelle a causa della mia schiena dolorante. Ho visitato la manzana jesuitica (immancabile quasi in ogni città argentina), le università, il museo della memoria. I torturatori durante la dittatura se la passavano strabene, torturavano in pieno centro, senza aver bisogno di prendere i treni e fare i pendolari. Terrificante.
La sera sono collassata. Il giorno dopo è stato molto interessante, perchè mi sono permessa di fare la turista nel pieno significato del termine: ho fatto un'escursione a cavallo per la sierra chica.
Andare a cavallo è stata un'altra opportunità di superare un timore (non un terrore dai), cioè quello degli equini (e dei bovini e dei caprini e dei cervini). E' che non so, mi sembrano delle bestie così imprevedibili che mi fanno paura, non si sa mai se c'han voglia di tirarti una pedata, di staccarti un braccio a morsi o di buttarti giù. E in sostanza in cavalli sono animali che rispetto molto, non riesco a mangiarli perchè mi sembra di mangiare un cane, anche se la carne è superlativa. E mi fa strano dovergli dare calci nella pancia per farli camminare...vabè.
Comunque è stato FAN TA STI CO, la sierra non è spettacolare, ma vederla da una prospettiva diversa è meravigliosa, il gaucho marcelo mi aveva affidata a una meravigliosa cavallina di nome maria, una bestiolina dolcissima e moooolto prudente. L'unico problema era che quando qualcuno dava segnale al proprio cavallo di iniziare a correre, iniziava a correre anche lei, e poi bisognava fermarla, che per uno che non ha mai cavalcato non è esattamente un'impresa facile. Nella mia stessa situazione c'era sky, un ragazzo inglese di 33 anni, che una mattina si è svegliato, ha mollato morosa e lavoro ed è partito per il sudamerica. Insomma io e sto tipo eravamo sempre indietrissimo perchè i nostri cavalli erano moooolto prudenti, e durante la cavalcata m'ha attaccato una pezza interminabile in inglese, e io capivo la metà e gli rispondevo in itaspanglish. Durante la cavalcata abbiamo visitato il monumento all'indio bamba, protagonista di una storia cruentissima di morti di magie e di trombate con una spagnola che a quanto pare, era meglio se evitava. Dopo la cavalcata invece, ci aspettava un gigantesco asado, al ranch del gaucho marcelo.
È stata una giornata da ricordare, che ricorderò, ma che soprattutto ricordo adesso e ancora meglio se lo ricordano le mie chiappe e tutti quelli che mi hanno visto camminare come se avessi un palo in culo. Calvalcare non è per nulla una questione semplice.
Il giorno dopo sono andata ad alta gracia a visitare la casa di un vecchio compagno. Non l'avrei mai detto, ma in argentina maradona è decisamente più venerato di che guevara. Al museo non c'era tanta gente, la casa era poco indicata, essì che praticamente tutti i turisti vanno ad alta gracia per vedere la sua casa. All'interno ci sono dei suoi oggetti, delle foto, una copia identica della norton 500 e della garelli col motore che ha usato per andare a salta e jujuy, a nord.
Ad alta gracia di interessante c'è anche il museo di de falla, il compositore, e la estancia jesuitica (immancabile), ma tutto parrebbe molto più interessante se si fosse dotati di una schiena funzionante e di un palo in culo in meno. Così lì ci son rimasta poco e sono scappata a casa, perchè non stavo più in piedi. Una volta ritornata in ostello mi sono farcita di antinfiammatori e antidolorifici, così, quando juan martin, l'unico argentino in ostello, ha invitato me e bianca (una backpacker canadese) a bere fercola,cioè cocacola col fernet (uno schifo SCHIFO SCHIFO SCHIFO), non ho detto di no. Pareva dovesse essere una seratina tranquilla, e invece è andata a finire che si sono aperti vari flussi di coscienza (sempre perchè con la tequila che offro la gente non si trova mai troppo bene), e che si è andati molto d'accordo. Siamo finiti in una specie di disco rock, e quando siamo entrati non c'era anima viva. Poi si è riempita e stranamente non mettevano cumbia, ma musica figa! E insomma si scopre che il nostro martin fierro era papà di un bimbo di due anni, che ogni fine settimana andava a trovarlo da tucuman a cordoba (perchè ha divorziato dalla moglie e adesso il bimbo vive con lei)e per non intristirsi stava in ostello. Sto qui ha seguito un intero tour dei pearl jam in argentina o america latina (non ricordo) , ha vissuto con la sua tipa in una casa di legno in mezzo a un bosco facendo continue e ripetute esperienze che gli permettessero di entrare a stretto contatto con la natura, è inoltre musicista poliedrico. Un tipo interessante.
Con cosa faceva rima ostello?
Il giorno dopo io e altre girls siamo andate a sputtanarci il dineral al mercatino dell'artigianato, il mercatino più fantastico e meraviglioso che abbia mai visto, sopratutto perchè i prezzi erano abbordabili.
Ah, una cosa: se andate per ostelli, fate attenzione agli israeliani. Lungi da me generalizzare, ma ho notato che la rinomata passione degli israeliani per l'occupazione coatta di qualsivoglia tipo di territorio essi considerino libero, comprende anche l'occupazione degli spazi in comune, della cucina e dei pc a disposizione degli ospiti. Ho provato a prendere una pentola, mi hanno lanciato un terra-aria.
Tagliando corto, il giorno dopo ero a buenos aires, a concludere la storia proprio da dove era iniziata, cioè, dal sohostel. Questa volta non è andata benissimo come la prima, i letti del dormitorio sono più scomodi del cemento, e in 3 giorni sono riuscita a rendermi conto che l'aspetto pulizia si può nettamente migliorare (le cucarachas tra le posate no, per piacere).
Non c'era buena onda come quando sono arrivata a giugno, al mio arrivo ho trovato un sacco di brasiliani, che per quanto siano in grado di scatenare l'ormonella anche a suor germana, il più delle volte corrispondono talmente tanto al topico del brasiliano che l'effetto stimolante che riescono ad ottenere (almeno con me) è lo stesso che si ottiene quando si toccano le antenne delle lumachine. Per esempio, appena arrivata conosco charles, un figaus non da poco, ma che esordisce con : “oh che bello che dai due baci quando ti presenti, è bello condividere l'amore”.

mi chiede cosa faccio in argentina e glielo spiego, poi ovviamente gli giro la domanda ma dentro penso: se mi risponde “vivo”, gli sputo in un orecchio.
Mi risponde “vivo”.
eh. poco dopo parte in un soliloquio interminabile circa la malinconia dei bonaerensi, che non gli piace, perchè in brasile fanno mucha fiesta e sono tutti più allegri. Dopodichè si carica lo zaino sulle spalle e se ne va canticchiando i tribalistas. La prevedibilità dei più mi uccide il desiderio.
Ah, e come non ricordare il temibile micha!quel tipo dallo spagnolo incerto che mi ha accolto il primo giorno, ricordate?ebbene, sto personaggio è riuscito a farmi andare la colazione di traverso, perchè non ha trovato niente di meglio da fare alle nove del mattino, che chiedermi “ VOS CREES EN JESUS CRISTO?” con un tono inquisitore appena appena percettibile. ho cercato di essere diplomatica, ho finito per essere blasfema, ma l'unico modo per farlo smettere è stato andare a finire di fare colazione in stanza. Ma robe da matti!io li odio sti fanatici, ma perchè non si fanno i cazzi loro?io mai mi sarei sognata alle 8 della mattina di andare a parlargli del sistema morfosintattico delle lingue agglutinanti, quindi perchè cazzo mi devi chiedere se credo in gesu cristo?perchè non mi chiedi in cosa credo? E in più mi voleva convincere che per vivere non è importante avere un'opinione, perchè gesu cristo,che ci ha donato la vita, decide per noi. Ma che culo!E il giorno dopo di nuovo! Alle nove di mattina, di nuovo!mi chiede: te gusta jesus cristo?ma cossa xè, un gusto de geato? No grassie, mi preferisso gusto caco.
Vabè.
A causa della mia schiena ancora poco performante non sono riuscita a visitare per bene questa gigantesca città. Ho visto lo topico, casa rosada, plaza de mayo, caminito nel quartiere la boca, il cimitero della recoleta (dove c'è evita e altri personaggi di rilievo, tipo alfonsìn, che ho scoperto essere massone – la catena dei massoni ha gli anelli rettangolari). Non so, bsas non mi ha conquistata. O meglio, non è stato un colpo di fulmine. E' una città troppo grande, troppo caotica, troppo pericolosa, non ha dimensioni umane e gli autisti dei bus sono antipatici, non come a posadas, che dopo due minuti erano i tuoi migliori amici. Sono sicura però che se avessi avuto più tempo mi sarebbe piaciuta, perchè c'è un bel fermento e tanto movimento culturale, abbastanza puro.
Però non ho voglia di parlare di buenos aires, preferisco parlare dei conti che ora mi tocca fare.
Ora che sono ritornata in italia, e ho ritrovato il delirio esattamente come e dove l'avevo lasciato, mi ritrovo a dover fare i conti con i miei desideri, che forse sono cambiati. Devo fare i conti con i conti in sospeso, che ho lasciato dall'altra parte dell'oceano. Ho un desiderio irrefrenabile di ripartire, di continuare a cercare di capire cosa c'è di la, ho voglia di vedere tutto quello che mi è rimasto da vedere. So che può apparire ipocrita questo desiderio di capire cosa c'è li, perchè anche qui ci sono tanti quesiti a cui non riesco a dare risposte. Ma il fatto è che penso a me, stavolta, e all'investimento sul futuro (sulla mia persona) che significa investigare e cercare lontano. Mi sento così cambiata che mi mette in imbarazzo ora essere qui, dov'ero prima. Mi sento in imbarazzo a interagire con la gente e ricordarmi che le persone potrebbero rispondermi di merda (entrare all'aeroporto di madrid è stato un trauma, tutti mi trattavano male perchè non sapevo a che gate andare. cattivi)Certo due mesi sono pochi e forse non sufficienti per cambiare totalmente una persona. Non sono cambiata totalmente, ma credo si sia innescato un meccanismo di stravolgimento che non riuscirò a fermare mai più, e tutto ciò mi piace da morire.
Sono contenta per come ho affrontato questa “avventura”, sono contenta di non essere andata (troppo) in crisi e di essermela cavata, anche da sola.
Sono soddisfatta di come siano andate le ricerche per la tesi, anche se ho il pepe al culo perchè per ora ciò che ho scritto riguardo il mio lavoro sono questo blog e qualche pagina di bozze impresentabili. Giuro che da lunedì mi ci metto di cattiveria.
Non so veramente quando finirò di scrivere la mia tesi, ma sono già contenta così, questa volta lo so che sarà una cosa mia e non un riassunto senza arte ne' parte dei vari capitoli della vita di max aub.
Sarà una cosa mia anche nel senso che prima di partire capivo poco o proprio un cazzo del microcredito e ancora meno sapevo di quale fosse la situazione in argentina. Ora mi rendo conto quanto siano indispensabili le ricerche sul campo, in tutti gli ambiti della vita di una persona ovviamente, non solo per una tesi.
Mi rendo conto di quante stronzate ci vengono spacciate per informazioni e quanto incommensurabile sia la figura da eterni coglioni che noi italiani facciamo in giro per il mondo.
L'equilibrio che ero convinta di aver trovato poco prima di dover partire è stato totalmente scombussolato, ma sapete cosa?a me va meglio così.

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