martedì 31 agosto 2010

primi giorni in padania

Ok che non so dove sto andando ma so che ci sto andando, ma non ho neanche più l'età per rubare le parole alle canzoni dei bandabardò. Cristo dio no,basta.
Sono tornata esattamente da due settimane ma la botta da ritorno mi è arrivata qualche giorno fa. Mi è arrivata una cinquina di senso di inadeguatezza direttamente sugli occhi aperti e fa malissimo!
Sabato mi sono fermata, sono stata tutto il giorno seduta guardando il nulla e forse godendo del fatto che i miei non ci sono e in casa regna un po' di calma. Silenzio, avevo bisogno di niente, c'era la tv accesa ma sinceramente non mi ricordo cosa stavo guardando.
Mi sento tremendamente male. Mi sento molto a disagio perché quello che sto vivendo è un doppio ritorno, ritorno da bologna e ritorno dall'argentina e come prevedevo ma anche di più mi sento molto ma molto male.
Sto soffrendo molto il fatto di stare a casa con i miei, mi sento ingabbiata perchè molto spesso (tipo tutti i giorni) devo badare a mia madre e fare ciò mi prosciuga psicoelogicamente. E ovviamente come prevedevo e anche di più, fare ciò mi toglie assolutamente tutto il tempo di stare sulla tesi, e il mio piano di scrivere almeno un capitolo intero perfetto finito entro la fine di agosto è andata in fumo. Mi vergogno tantissimo ma è così, ho fatto male i conti, calibrato male i tempi e ora mi ritrovo con una mole allucinante di roba da leggere ancora e dati da analizzare e roba da scrivere e di tempo utile ne ho poco, tipo 2 3 ore al giorno.
Così oggi ho sentenziato: marzo. Ho comunicato a chi di dovere e ora mi sono tolta un enorme palla di pelo dallo stomaco.
Anzi no. In verità mi sento ancora come se avessi masticato un chiodo di garofano, tipo quando lo trovo nel ragù. Porca troia, è che proprio mi sento a disagio! Ok, ormai ho deciso, andiamo a marzo, ma puttanaccia di una eva, che due coglioni! Ancora! Fino a marzo uniboh, santa maradona, è un travaglio uscire da sta università! E mi sto da matti sui coglioni perchè se ci penso intensamente mi rendo conto che forse mi va bene aspettare ancora un po' prima di lanciarmi allo sbaraglio. Oppure no? Insomma, sono confusa, mi sento tipo legata al polsi e come se qualcuno tirasse da una parte e qualchedun altro dall'altra.
E' che sostanzialmente ho bisogno di prendere un ritmo mio qua in padania e trovare un senso alle cose che faccio. Tipo, in teoria da domani inizio a lavorare. Vado a fare la cameriera in pizzeria a noventa padovana.
E messa così suona tipo fiiico ho due biglietti per la prima fila al funerale di michael jackson.
Però è così, e se tutto va bene vado a stare con i miei amici. A mezzo km da casa. Non so a quanto servirà tutto ciò. Nel senso che ho paura di diventare matta per niente, fare un trasloco, investire in mobili, dovermi adattare a una nuova convivenza e in realtà, non conquistare neanche un briciolo di indipendenza. Indipendenza ovviamente dal delirio che c'è in casa dai miei. E questo perchè sono troppo vicina, troppo a portata di mano, troppo nel mirino e quindi, sostanzialmente, nella merda tanto quanto prima.
Guardo avanti e vedo nero come la pece. E invece no non è vero, c'è quella cazzo di lucina che mi inquieta. È lontana piccolina ma costante. Mi toglie il sonno la notte mi toglie anche un po' di concentrazione, mi fa sentire disadattata in mezzo alla gente mi fa alcolizzare alle feste mi fa essere monotematica.
Io stavo bene dove stavo due settimane fa.
E' così punto e basta e ci devo ragionare seriamente su.
E questa cosa la si può interpretare sotto svariati punti di vista. Ovviamente il kilometraggio tra me e il caos mi permetteva di uscire dalla mira del franco tiratore (mio papà) e mi sentivo effervescentemente serena. Mi andavano bene anche le cucarachas nella doccia, aspettavo solo di abituarmici e sul più bello son sparite. Ero riuscita a regolarizzare il mio bioritmo e facevo paura, a letto alle dieci e mezza e sveglia alle sette e mezza. Schittone e cambi climatici a parte fisicamente mi sentivo una bomba. E' inutile poi che mi dilunghi sul fatto che il viaggio arricchisce e le opportunità e mettersi alla prova e blablabla. In verità ci ho pensato molto e forse il viajar por viajar non fa per me. Voglio dire che l'altro punto di vista è che se anche riuscissi a partire di nuovo entro breve non riuscirei ad accontentarmi di fare la backpacker per settordici mesi e girare per borsdelli a recuperare mesi e mesi di astinenza a cui mi sono constretta qua in italia e a far finire e iniziare il mio personale ramandan ogni 6 7 ore. Ci ho pensato, ho detto: dio bo mi faccio il culo mezzo anno mi metto da parte due soldi e dopo parto vado a vedere quello che mi resta da vedere e faccio come tutte quelle fie inglesi che viaggiavano da sole. So che non mi basterebbe perchè facendo così mi perderei una fetta bella grossa di torta al dulce de leche. E ora che so che gusto ha anche se stomaca vorrei mangiarne tutti i giorni un pochino.
Vabè vado a letto. Anche se mi sento come una bionda media quando uno aspetta che vada via un po' di schiuma per riuscire a bere.
Che metafora di merda.

mercoledì 25 agosto 2010

giovedì 19 agosto 2010

ho bisogno di un altro sogno per svegliarmi da quest'incubo

domenica 15 agosto 2010

ultimi giorni

Questo è sicuramente il post più difficile da scrivere, perchè non lo voglio scrivere.
È l'ultimo, ultimo in riferimento alla mia avventura in argentina.
Sono atterrata venerdì mattina, dopo mille ore di volo, scomodissime, angoscianti, con insetti nel cibo. A madrid, come all'andata, sono atterrata alla parte completamente opposta a dove sarei dovuta reimbarcarmi, così ho dovuto di nuovo correre alla velocità della luce per recuperare il ritardo che aveva accumulato l'aereo che era partito da buenos aires.
Passo indietro.Durante l'ultima settimana di permanenza in argentina mi sono concessa una vacanza. Sono partita il 4 agosto da posadas, ho raccattato tutto di corsa, impacchettato le mie cose alla rinfusa, fatto finta di dover tornare il giorno dopo, quindi praticamente non ho salutato nessuno e se ho salutato l'ho fatto di corsa, senza darmi il tempo di intristirmi. Pensavo, e invece quando il crucero del norte ha fatto retromarcia per partire sono scoppiata in lacrime, salutando emilio ed enrico che mi hanno accompagnata in stazione. Mi aspettava una bella settimana di gite, ma non m'interessava in quel momento, mi dispiaceva tantissimo lasciare posadas e il barrio e l'ufficio microcredito, dove pagherei io per poterci lavorare.
Il viaggio da posadas a cordoba è stato un'agonia, quei 30 pesos di differenza tra il semi cama e il coche cama servono solo perchè durante il viaggio servono champagne e wisky, che avrei bevuto volentieri, se non ci fossero stati -20 gradi dentro al bus. Durante il viaggio ho dormito malissimo, e il perchè l'ho scoperto solo alla mattina, quando mi sono ritrovata a fare i disegnini sul ghiaccio del finestrino (sì, ghiaccio per dentro). Mi sono svegliata completamente bloccata sul versante destro, una meraviglia.
In compenso cordoba è una città davvero bella, più interessante di posadas e meno incasinata di buenos aires (anche perchè è grande lametà). L'ostello dove sono stata era proprio figo. (http://www.baluchbackpackers.com/).Ma che cazzo dico, non sono mai stata in ostello, non so dire se sia il più figo di tutti, ma io mi ci son trovata proprio bene: letti comodi, piumoni, bagni puliti, cucina grande, terrazza yeah, gente da ogni parte del mondo e soprattutto una azzeccatissima rima con bordello.
Il 98% dei packbackers è inglese o americana, quindi, indovinate un po'?non parla una parola di spagnolo, e in poche parole mi son dovuta spremere le meningi con un cacciavite per riuscire a comunicare con questa gente, e il più delle volte mi ritrovavo senza rendermi conto a rispondere con un terrificante itaspanglish di scarsa efficacia. Ma non importa! Il primo giorno ho gironzolato per la città, desiderando ardentemente una sedia a rotelle a causa della mia schiena dolorante. Ho visitato la manzana jesuitica (immancabile quasi in ogni città argentina), le università, il museo della memoria. I torturatori durante la dittatura se la passavano strabene, torturavano in pieno centro, senza aver bisogno di prendere i treni e fare i pendolari. Terrificante.
La sera sono collassata. Il giorno dopo è stato molto interessante, perchè mi sono permessa di fare la turista nel pieno significato del termine: ho fatto un'escursione a cavallo per la sierra chica.
Andare a cavallo è stata un'altra opportunità di superare un timore (non un terrore dai), cioè quello degli equini (e dei bovini e dei caprini e dei cervini). E' che non so, mi sembrano delle bestie così imprevedibili che mi fanno paura, non si sa mai se c'han voglia di tirarti una pedata, di staccarti un braccio a morsi o di buttarti giù. E in sostanza in cavalli sono animali che rispetto molto, non riesco a mangiarli perchè mi sembra di mangiare un cane, anche se la carne è superlativa. E mi fa strano dovergli dare calci nella pancia per farli camminare...vabè.
Comunque è stato FAN TA STI CO, la sierra non è spettacolare, ma vederla da una prospettiva diversa è meravigliosa, il gaucho marcelo mi aveva affidata a una meravigliosa cavallina di nome maria, una bestiolina dolcissima e moooolto prudente. L'unico problema era che quando qualcuno dava segnale al proprio cavallo di iniziare a correre, iniziava a correre anche lei, e poi bisognava fermarla, che per uno che non ha mai cavalcato non è esattamente un'impresa facile. Nella mia stessa situazione c'era sky, un ragazzo inglese di 33 anni, che una mattina si è svegliato, ha mollato morosa e lavoro ed è partito per il sudamerica. Insomma io e sto tipo eravamo sempre indietrissimo perchè i nostri cavalli erano moooolto prudenti, e durante la cavalcata m'ha attaccato una pezza interminabile in inglese, e io capivo la metà e gli rispondevo in itaspanglish. Durante la cavalcata abbiamo visitato il monumento all'indio bamba, protagonista di una storia cruentissima di morti di magie e di trombate con una spagnola che a quanto pare, era meglio se evitava. Dopo la cavalcata invece, ci aspettava un gigantesco asado, al ranch del gaucho marcelo.
È stata una giornata da ricordare, che ricorderò, ma che soprattutto ricordo adesso e ancora meglio se lo ricordano le mie chiappe e tutti quelli che mi hanno visto camminare come se avessi un palo in culo. Calvalcare non è per nulla una questione semplice.
Il giorno dopo sono andata ad alta gracia a visitare la casa di un vecchio compagno. Non l'avrei mai detto, ma in argentina maradona è decisamente più venerato di che guevara. Al museo non c'era tanta gente, la casa era poco indicata, essì che praticamente tutti i turisti vanno ad alta gracia per vedere la sua casa. All'interno ci sono dei suoi oggetti, delle foto, una copia identica della norton 500 e della garelli col motore che ha usato per andare a salta e jujuy, a nord.
Ad alta gracia di interessante c'è anche il museo di de falla, il compositore, e la estancia jesuitica (immancabile), ma tutto parrebbe molto più interessante se si fosse dotati di una schiena funzionante e di un palo in culo in meno. Così lì ci son rimasta poco e sono scappata a casa, perchè non stavo più in piedi. Una volta ritornata in ostello mi sono farcita di antinfiammatori e antidolorifici, così, quando juan martin, l'unico argentino in ostello, ha invitato me e bianca (una backpacker canadese) a bere fercola,cioè cocacola col fernet (uno schifo SCHIFO SCHIFO SCHIFO), non ho detto di no. Pareva dovesse essere una seratina tranquilla, e invece è andata a finire che si sono aperti vari flussi di coscienza (sempre perchè con la tequila che offro la gente non si trova mai troppo bene), e che si è andati molto d'accordo. Siamo finiti in una specie di disco rock, e quando siamo entrati non c'era anima viva. Poi si è riempita e stranamente non mettevano cumbia, ma musica figa! E insomma si scopre che il nostro martin fierro era papà di un bimbo di due anni, che ogni fine settimana andava a trovarlo da tucuman a cordoba (perchè ha divorziato dalla moglie e adesso il bimbo vive con lei)e per non intristirsi stava in ostello. Sto qui ha seguito un intero tour dei pearl jam in argentina o america latina (non ricordo) , ha vissuto con la sua tipa in una casa di legno in mezzo a un bosco facendo continue e ripetute esperienze che gli permettessero di entrare a stretto contatto con la natura, è inoltre musicista poliedrico. Un tipo interessante.
Con cosa faceva rima ostello?
Il giorno dopo io e altre girls siamo andate a sputtanarci il dineral al mercatino dell'artigianato, il mercatino più fantastico e meraviglioso che abbia mai visto, sopratutto perchè i prezzi erano abbordabili.
Ah, una cosa: se andate per ostelli, fate attenzione agli israeliani. Lungi da me generalizzare, ma ho notato che la rinomata passione degli israeliani per l'occupazione coatta di qualsivoglia tipo di territorio essi considerino libero, comprende anche l'occupazione degli spazi in comune, della cucina e dei pc a disposizione degli ospiti. Ho provato a prendere una pentola, mi hanno lanciato un terra-aria.
Tagliando corto, il giorno dopo ero a buenos aires, a concludere la storia proprio da dove era iniziata, cioè, dal sohostel. Questa volta non è andata benissimo come la prima, i letti del dormitorio sono più scomodi del cemento, e in 3 giorni sono riuscita a rendermi conto che l'aspetto pulizia si può nettamente migliorare (le cucarachas tra le posate no, per piacere).
Non c'era buena onda come quando sono arrivata a giugno, al mio arrivo ho trovato un sacco di brasiliani, che per quanto siano in grado di scatenare l'ormonella anche a suor germana, il più delle volte corrispondono talmente tanto al topico del brasiliano che l'effetto stimolante che riescono ad ottenere (almeno con me) è lo stesso che si ottiene quando si toccano le antenne delle lumachine. Per esempio, appena arrivata conosco charles, un figaus non da poco, ma che esordisce con : “oh che bello che dai due baci quando ti presenti, è bello condividere l'amore”.

mi chiede cosa faccio in argentina e glielo spiego, poi ovviamente gli giro la domanda ma dentro penso: se mi risponde “vivo”, gli sputo in un orecchio.
Mi risponde “vivo”.
eh. poco dopo parte in un soliloquio interminabile circa la malinconia dei bonaerensi, che non gli piace, perchè in brasile fanno mucha fiesta e sono tutti più allegri. Dopodichè si carica lo zaino sulle spalle e se ne va canticchiando i tribalistas. La prevedibilità dei più mi uccide il desiderio.
Ah, e come non ricordare il temibile micha!quel tipo dallo spagnolo incerto che mi ha accolto il primo giorno, ricordate?ebbene, sto personaggio è riuscito a farmi andare la colazione di traverso, perchè non ha trovato niente di meglio da fare alle nove del mattino, che chiedermi “ VOS CREES EN JESUS CRISTO?” con un tono inquisitore appena appena percettibile. ho cercato di essere diplomatica, ho finito per essere blasfema, ma l'unico modo per farlo smettere è stato andare a finire di fare colazione in stanza. Ma robe da matti!io li odio sti fanatici, ma perchè non si fanno i cazzi loro?io mai mi sarei sognata alle 8 della mattina di andare a parlargli del sistema morfosintattico delle lingue agglutinanti, quindi perchè cazzo mi devi chiedere se credo in gesu cristo?perchè non mi chiedi in cosa credo? E in più mi voleva convincere che per vivere non è importante avere un'opinione, perchè gesu cristo,che ci ha donato la vita, decide per noi. Ma che culo!E il giorno dopo di nuovo! Alle nove di mattina, di nuovo!mi chiede: te gusta jesus cristo?ma cossa xè, un gusto de geato? No grassie, mi preferisso gusto caco.
Vabè.
A causa della mia schiena ancora poco performante non sono riuscita a visitare per bene questa gigantesca città. Ho visto lo topico, casa rosada, plaza de mayo, caminito nel quartiere la boca, il cimitero della recoleta (dove c'è evita e altri personaggi di rilievo, tipo alfonsìn, che ho scoperto essere massone – la catena dei massoni ha gli anelli rettangolari). Non so, bsas non mi ha conquistata. O meglio, non è stato un colpo di fulmine. E' una città troppo grande, troppo caotica, troppo pericolosa, non ha dimensioni umane e gli autisti dei bus sono antipatici, non come a posadas, che dopo due minuti erano i tuoi migliori amici. Sono sicura però che se avessi avuto più tempo mi sarebbe piaciuta, perchè c'è un bel fermento e tanto movimento culturale, abbastanza puro.
Però non ho voglia di parlare di buenos aires, preferisco parlare dei conti che ora mi tocca fare.
Ora che sono ritornata in italia, e ho ritrovato il delirio esattamente come e dove l'avevo lasciato, mi ritrovo a dover fare i conti con i miei desideri, che forse sono cambiati. Devo fare i conti con i conti in sospeso, che ho lasciato dall'altra parte dell'oceano. Ho un desiderio irrefrenabile di ripartire, di continuare a cercare di capire cosa c'è di la, ho voglia di vedere tutto quello che mi è rimasto da vedere. So che può apparire ipocrita questo desiderio di capire cosa c'è li, perchè anche qui ci sono tanti quesiti a cui non riesco a dare risposte. Ma il fatto è che penso a me, stavolta, e all'investimento sul futuro (sulla mia persona) che significa investigare e cercare lontano. Mi sento così cambiata che mi mette in imbarazzo ora essere qui, dov'ero prima. Mi sento in imbarazzo a interagire con la gente e ricordarmi che le persone potrebbero rispondermi di merda (entrare all'aeroporto di madrid è stato un trauma, tutti mi trattavano male perchè non sapevo a che gate andare. cattivi)Certo due mesi sono pochi e forse non sufficienti per cambiare totalmente una persona. Non sono cambiata totalmente, ma credo si sia innescato un meccanismo di stravolgimento che non riuscirò a fermare mai più, e tutto ciò mi piace da morire.
Sono contenta per come ho affrontato questa “avventura”, sono contenta di non essere andata (troppo) in crisi e di essermela cavata, anche da sola.
Sono soddisfatta di come siano andate le ricerche per la tesi, anche se ho il pepe al culo perchè per ora ciò che ho scritto riguardo il mio lavoro sono questo blog e qualche pagina di bozze impresentabili. Giuro che da lunedì mi ci metto di cattiveria.
Non so veramente quando finirò di scrivere la mia tesi, ma sono già contenta così, questa volta lo so che sarà una cosa mia e non un riassunto senza arte ne' parte dei vari capitoli della vita di max aub.
Sarà una cosa mia anche nel senso che prima di partire capivo poco o proprio un cazzo del microcredito e ancora meno sapevo di quale fosse la situazione in argentina. Ora mi rendo conto quanto siano indispensabili le ricerche sul campo, in tutti gli ambiti della vita di una persona ovviamente, non solo per una tesi.
Mi rendo conto di quante stronzate ci vengono spacciate per informazioni e quanto incommensurabile sia la figura da eterni coglioni che noi italiani facciamo in giro per il mondo.
L'equilibrio che ero convinta di aver trovato poco prima di dover partire è stato totalmente scombussolato, ma sapete cosa?a me va meglio così.

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lunedì 2 agosto 2010

giorni intensi

Quelli di quest'ultima settimana, sono stati sicuramente i giorni più densi di tutta la permanenza a posadas. Giorni in cui iva zanicchi potrebbe essere orgogliosa di me
CENTO CENTO CENTO EEEEEEEEEEEEEEEEEEEH
questa settimana sono finalmente riuscita a sfondare il muro delle 100 interviste, ma è stato un tour de force. Il mio obiettivo era di avvicinarmi all'intervista numero 80 almeno verso il 20 di luglio, ma il 22 ero ancora a quota 65. e così ho iniziato a fare gli incubi, martedì scorso ho intervistato gente tutta la notte e quando mi svegliavo mi dicevo cogliona stai sognando, mi riaddormentavo cosciente del fatto che avrei continuato a sognare interviste e durante il sogno pensavo cogliona, smetti di sognare ste stronzate. Ma non c'è stato verso, e il giorno dopo ero un cadavere. Anzi, sono piombata in uno stato d'ansia tremendo e per poco non accoltello il francese (quello più piccolo, e sto parlando seriamente della coltellata). Poi però il mitico combo delle microcredit girls ha organizzato un'imboscata al mercado modelo vicino alla costanera, dove ci sono microemprendedores in batteria. Così in un pomeriggio ho tirato su una cosa come 25 interviste, è stata un'impresa durissima, perchè i microemprendedores sono dei gran chiacchieroni e perchè le bancarelle erano fantastiche. Ho raccolto un sacco di belle testimonianze e ho potuto assistere al cameratismo da camionisti (!) degli imprenditori, che per velocizzarmi il lavoro facevano passaparola e mentre ne intervistavo uno andavano a recuperare qualche compagno. Insomma a fine giornata sono arrivata all'intervista numero 97, e guardacaso proprio durante questo pomeriggio sono finalmente riuscita a farmi dire da due dei venditori che prima di rivolgersi a jardin erano andati dagli usurai. Sono stati gli unici due ad ammetterlo, anche se fin dall'inizio avevo iniziato a nasare che quando chiedevo loro circa questo argomento facevano finta da pomi. E se mi fossi fermata prima?
Vabon, fattostà che il giorno dopo mi son messa a COPIARE i dati e non mi tornavano i conti. Dopo aver contato e ricontato uomini, donne, uomini di san jorge (2) e donne di san jorge e uomini di posadas e donne di posadas, e dopo aver tirato giù dal paradiso tutti i santi uno ad uno, e dopo aver sudato settantadue camicie (è tornata l'estate per due giorni) non mi è rimasto altro da fare se non stendere tutti i questionari uno ad uno lungo il corridoio della casetta degli ospiti e mettermi a contarli, per poi rendermi conto che arrivata a numerare l'intervista numero 84 son passata direttamente alla 86. così ho cagato en la puta svariate volte, e mi sono rifiondata all'ufficio microcredito per intervistare l'ultimo gruppo, che GUARDACASO de novo, era composto da 3 persone e non da 4. mi veniva tantissimo da piangere, così le chicas per consolarmi si sono messe nei panni di roberto, riparatore di biciclette, credito numero 14, e assolutamente contrario alla bancarizzazione del prestito. (è vero)
Alleluya!
Ale luia
per festeggiare, siamo uscite assieme venerdì sera. Anzi, siamo uscite venerdì pomeriggio, e siamo andate alla festa del banquito della buena fe, che aveva organizzato un incontro in un centro polivalente nel centro di posadas. Il banquito de la buena fe è una rete di bancos che elargisce microprestiti per l'avvio di imprese e non richiede interessi, opera da quello che ricordo in tutta misiones e se non sbaglio anche in altre zone del nord. E' strano che in argentina la gente più povera sta al nord e non al sud, di solito è il contrario.
Vabè, a questa festa c'erano centinaia e centinaia di donne invasatissime, tutte divise a seconda della zona del prestito e contraddistinte da, tipo, un foulard colorato, un cappellino o una coroncina di fiori. C'era anche un cantante che ha deliberatamente spappolato i maroni a suon di cumbia per un'ora e che chiedeva continuamente “chicas, ustedes son romanticas o no?” e todas “seeeeeeeeeeeeeeeeee” e via di cumbia a strombatutto, ma le chicas erano tutte stralanciate e alla fine era anche piacevole. Pareva di essere a una specie di rave party femminista a base di mate e fanta de naranja. Il tipo pareva na specie di tullio betònega delle barene, era proprio ridicolo, però il clima era talmente gioioso che alla fine mi era simpatico pure lui. E' stato proprio bello andare a questa festa. E credo che ritornerò in italia più femminista e integralista di prima.
Sul palco sono saliti alcuni rappresentanti della rete del banquito della buena fe, tra cui beatriz che assieme a lidia, la patrona dell'ufficio microcredito di jardin, hanno dato via ai primi prestiti qua a posadas. Assieme a lei c'erano altri bei personaggi, e personaggi brutti, tra cui un paio di ministri dello sviluppo della provincia, che al momento del loro intervento hanno sproloquiato circa tutte le cose belle che i coniugi kirchner hanno fatto in questi anni, e quanto fortunati sono gli argentini che hanno il plan questo e il plan quello. Così abbiamo raccolto armi bagagli e la catena che ci era scesa e io e tamara ce ne siamo andate a recuperare rocio e susana che erano andate a un corso. Allora, premessa: alla rocio piace un sacco uno dei due ministri,anche se non si sa bene perchè, perchè l'è un roito.
Dopo aver recuperato tutte le donne, siamo andate a mangiare una pizza in un locale e a bere svariati litri di stella artois. Qua la birra si vende in bottiglia da litro, robe da matti. Grasse risate, era da tempo che non mi divertivo tanto. Le tipe del microcredito sono simpaticissime.
Dopodichè, su iniziativa di rocio, siamo andate ad un karaoke. Non ho mai messo piede in vita mia in un karaoke, però ho pensato perchè no? No, perchè era vuoto, per esempio. Però siamo entrate lo stesso e ci siam messe a molestare il cameriere carlos, che sembrava ratatouille, il topolino. Verso le dieci e mezza il posto si è riempito, perchè c'era un compleanno e una festa di mamme giocatrici di hokey. Delle tipe che.... vabè. Dopo un altro litro di stella artois, ho offerto un giro di tequila con sale e limone, ed è stato davvero un onore assistere alla prima volta di rocio. Che si è entusiasmata, e dopo l'ultimo giro di tequila con sale e limone era una strassa. Il climax della serata l'abbiamo raggiunto quando la rocio ha iniziato a strillare e a ventilarsi la faccia emozionatissima, perchè indovinate un po' chi era entrato al karaoke? Il ministro dello sviluppo de salcazzo. Assurdo! Il ministro! Al karaoke! Alla festa delle mamme horny? Pazzesco.
Io, che modestamente ero ancora in grado di toccarmi la punta del naso grattandomi il calcagno destro facendo ciao ciao alle caprette, le ho proposto di andare a fare da tramite ma dopo una serie di NO NO NO NO NO NO a tredicimila decibel, ci è andata lei dal ministro a dire che hay una chica italiana que està haciendo una investigaciòn sobre microcredito en posadas que estuvo en la fiesta del banquito de la buena fe y que LE GUSTO' TANTO SU DISCURSO SOBRE LOS KIRCHNER que querìa sacarse una foto con usted. Il tipo non ha fatto neanche cheo, così affrantissima se n'è tornata al nostro tavolo e dopo avermi rubato l'agenda, si è rivolta ad un altro tipo e si è fatta dare il numero, per me. Poi lei mi ha dato il suo, sbagliando, e firmandosi roco.
Spettacolare. Una volta tornata all'hogar in preda all'ennesima crisi d'ansia perchè avevo paura di trovare portone e porta chiusa, ho trovato invece porta portone aperti e la francese incazzatissima che mi stava aspettando sveglia e io non avevo la minima idea di che ora fosse. Non era tardi,ma quando sono uscita al pomeriggio non l'ho avvisata che non sarei rientrata perchè stava dormendo.
Così s'era un attimo agitata, e io per farmi perdonare mi sono prostrata ai suoi piedi. Ha funzionato.
Insomma, in questa intensissima settimana, l'alians fransè si è dissolta, finalmente. Ora siamo solo io e lei, e va bene così, perchè dulcis in fundo, è una tipa proprio reffata. Ora si sta da dio.
Il biondino ha finito di vuotare il proprio fardello da uomo bianco ed è tornato in patria certamente ricco, anche se non credo più di prima. Non sopportavo più la sua attitudine da giovane benefattore, da piccolo arrogante studioso di finanza ed economia e salcazzo, sempre con la proposta pronta, per salvare il mondo. Non sopportavo più di vederlo leggere polany ed engels spiegando che ha bisogno di leggere anche libri di sociologia per essere una persona più completa, per poi scrivere stronzate tipo mercosur e misiones, la mejora region del mundo sul cartellone con le foto. Non sopportavo più di vedere l'hombrecito aspettarlo le mezz'ore mentre lui faceva le flessioni in camera perchè mens sana in corpore sana. E ovviamente non sopportavo il fatto che andasse a fare jogging al seiscuincentenario e alla costanera. Non sopportavo più di ascoltarlo iniziare le sue infinite serie di stronzate sulla giustizia nel mondo esordiendo con “y esta es MI-PERSONAL-OPINION”, come per dire, se no xè cussì xè parchè no xè vero.
E soprattutto non sopportavo più il suo atteggiarsi da gringo in mezzo al barrio. Non so se riesco a spiegarmi, è che a volte preferivo l'hombrecito che si faceva le paranoie a mangiare in ristorante o che si sentiva a disagio quando enrico lo portava a visitare i barrios perchè gli sembrava di essere un turista della miseria. Mi pareva un atteggiamento più puro. Non mi è piaciuto il fatto che abbia fatto foto all'interno del barrio, alle villas e ai bambini, non mi è piaciuto il fatto che abbia detto a tutti che sarebbe tornato. Però io non sono volontaria, non so, e sopratutto, es mi personal opinion.
La francese nuova invece mi piace un sacco. E' un'osservatrice, in 4 giorni è riuscita a farsi venire gli stessi dubbi che ho avuto io durante queste settimane. (e che ha avuto anche l'hombrecito). E' sincera, e durante i suoi primi durissimi giorni, in cui stava malissimo perchè non vuotava il sacco da quando è arrivata e su sua stessa ammissione faceva rutti che sapevano da uova marce, è riuscita a dirmi yo no se si puedo. Preferisco così, la gente che si mette in discussione. E invece ce la farà. Riuscirà a sopportare tutti gli odori e le consistenze che la mettono in difficoltà, perchè ce la si può fare e perfino io mi sono abituata al muco dei bambini (dei fluidi umani il catarro e il muco sono quelli che assolutamente non riesco a sopportare).
Ieri siamo andate assieme a trovare don emilio (er capo) per fare quattro chiacchiere. Parlare con emilio è come interpellare un oracolo. E' come aprire il vaso di pandora. E' un gracile vecchietto stanco, e mi chiedo come faccia alla sua età a caricare sulle spalle il suo di fardello, che di sicuro non ha niente a che vedere con quello dell'uomo bianco medio. Mi chiedo davvero come faccia ad avere tutto sotto controllo e a trasmettere tanta serenità, nonostante tutto. Così un'ora e mezza di scambio di opinioni e riflessioni è volata, e sono riuscita a bere il primo caffè decente da quando sono in argentina: un caffè vero, fatto con la moka. Ho avuto anche occasione di conoscere don carlo, di cui avevo tanto sentito parlare. Don carlo è il responsabile dell'apoyo escolar, un doposcuola per capirci. Questo signore offre aiuto ai ragazzi del barrio per fare i compiti e qualche ripasso, e qualche partita a pallone. Che uomo pure lui. Ho conosciuto persone strabilianti durante questi mesi, gente che nonostante il carico e il tipo di lavoro che deve affrontare ogni giorno riesce a trovare il modo di diffondere tranquillità, e pace, e speranza, a tutti, ma soprattutto a me, che praticamente non credo in niente.
Sono riuscita a incrociare sguardi puri. Questo per me è una cosa importantissima, perchè la mia indole patologicamente diffidente non mi spinge a scommettere su niente, sostanzialmente perchè non mi fido delle persone. Qua invece porco giuda ho trovato gente che ci crede, in cosa, non so, ma ci mette l'anima. Ho trovato deo gratias gente strafedele alla linea, con le idee chiare, gente a cui mi fiderei di affidare le redini della mia di vita.
Io e la francesina dopo la tertulia con don carlo e don emilio siamo andate a bere una birretta in centro, ma dopo aver aperto altri barattoli di pandora e aver fatto scorrere altrettanti fiumi di parole e qualche lacrimuccia, siamo corse a casa morte di freddo.
E una volta a casa è successo ciò che doveva succedere. Una stronzata, ma per me importante. Stavamo parlando di film e di colonne sonore, ed entrambe abbiamo convenuto che, con molta poca fantasia, quella di diarios de motocicleta è ideale per il viaggio in bus da bsas a posadas. Lei non ha mai visto il film ma conosce le musiche. E sbleeem tra un canale e l'altro che film ti capita?ebbene sì, per la quinta volta da quando sono in argentina e per la ventesima credo da quando sono al mondo, i diari della motocicletta. Ormai lo conosco a memoria ma vederlo qui, in lingua originale, tomando mate bollente dopo un pomeriggio del genere, è diverso, è magico.
L'unica cosa che mi resta da dire è che mi mangerei una cacca col cucchiaio, perchè per sbaglio ho cancellato il file con la colonna sonora dal lettore mp3, e tutto ciò che posso fare ora è rimettermi alla volontà di mio fratello e sperare che prima o poi me lo invii per posta elettronica, perchè sennò rumbo hacia còrdoba che cosa ascolto?