giovedì 21 ottobre 2010

giorni un cui ci si perde di vista

ATTENZIONE: questo post è stato rimosso perchè l'altra notte ho sognato che aprivo il blog e questo testo spariva. quindi voglio assecondare il mio subconscio e auspicare periodi migliori. anche perchè sennò che minchia lo leggo a fare jodorowsky?
Il mio ricordo su Posadas però lo voglio lasciare.




Allora: mi ricordo questo, il pullman per andare da buenos aires a posadas. Non so in base a quale ragionamento idiota ho scelto di prendere quello più economico, quello che prendevano tutti gli immigrati del paraguay per varcare il confine e tornare in patria. Così mi sono ritrovata ad essere l'unica bianca su tutto il bus a due piani. Mi ricordo quando è sorto il sole e mi ricordo anche cosa stavo ascoltando. Mi ricordo che guardavo fuori dal finestrino e finalmente riuscivo a vedere qualcosa che davvero non avevo visto prima. Non aveva niente a che vedere con buenos aires. E non erano le baracche, ma erano case e gente estremamente diversa da me e dai porteni. Mano a mano che mi avvicinavo a posadas cambiavano la prospettiva e i soggetti. Cambiava la vegetazione e la terra, che diventava via via sempre più rossa, tipo color ruggine e al contempo la pelle della gente. I visi erano più larghi e i capelli più scuri, gli occhi più a mandorla e il sorriso più largo, e finalmente potevo vedere lunghe file di persone che aspettava il bus bevendo mate. Tutti, TUTTI bevevano mate camminando per strada. Era la loro colazione, erano le sei del mattino. Con poca fantasia ho immaginato che stessero andando a lavorare. C'erano anche dei bambini che andavano a prendere il bus per andare a scuola.Ricordo che non volevo più scendere dal bus. Avrei desiderato che quel viaggio durasse giorni.Alla stazione di posadas mi aspettava don emilio, che ha provato a sollevare la mia valigia per aiutarmi, inutilmente.Enrico mi ha portato all'hogar san francisco. Dopo un breve giro di presentazioni mi ha consigliato di farmi una doccia e di riposarmi un po'. Ho denigrato l'invito. Dopo mezz'ora dormivo di brutto.
E un paio d'ore prima di crollare ascoltavo questo:





1 commento:

  1. Inizio scrivendo due cose molto concrete, spero tu non ce l'abbia a male. Per favore metticela tutta con la tua tesi; prendi del tempo se non ce la fai, ma e' una cosa che ti serve e che va completata. La seconda, mi vergogno a proportelo: se stai male per molto tempo consigliati con uno psicologo per capire e razionalizzare i tuoi timori. Te lo dico per esperienza personale.

    Ooh Ale, lo so quant'e' difficile avere la sensazione che nella realta' del veneto si puo' solo tirare a campare senza via di uscita. Molte persone soffrono di "sbornia" post Erasmus dopo qualche settimana dal ritorno. L'energia si scarica di fronte ai muri di questa societa'. Di solito questa sbornia passa o diventa meno intensa, ma in realta' mi sembra che ti sei condannata ad andartene o a soffocare i tuoi sogni. Spero di sbagliarmi, ma prova a capire se e' proprio cosi'. Mi spaventa che vuoi dimenticare l'Argentina perche' Mira ti sta stretta.
    Mi sento uno stronzo a dire cosi', da fuori, da un altro paese, e in effetti non lo faccio mai notare ai miei cari: sono contento di essermene andato. Il mio suggerimento e' partire ancora una volta. Il mio augurio e' di capire cosa guadagni e cosa perdi partendo, e di poter scegliere la cosa giusta.

    Un abbraccio,
    Alessandro

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